Il mantello arancione dei gatti: cause naturali e curiosità sul pelo rossiccio nei felini

Un gatto dal pelo arancione che si aggira in un parco o in un cortile di città è una scena che molti conoscono bene. Però, dietro quel colore vivido si cela una storia complessa, fatta di genetica intricata e tradizioni antiche. Non è un caso la tonalità brillante: nasce da una mutazione genetica specifica e da leggende culturali che accompagnano questi felini da secoli. Per esempio, in alcune culture asiatiche, i gatti con il mantello arancione simboleggiano la fortuna. E nelle regioni settentrionali d’Europa, spesso erano considerati una sorta di scudo contro sventure o ladri. Insomma, queste interpretazioni convivono con un quadro scientifico ben più sfaccettato. Il carattere di questi gatti, spesso ritenuti più socievoli o vivaci, dipende davvero da un mix – anzi, da un intreccio – di genetica, ambiente ed esperienze personali. Chi abita in città lo nota ogni giorno: i gatti arancioni non si distinguono per temperamento, anche se il pelo colpisce subito.

Il gene che porta il colore arancione

Sul piano genetico, il segreto del colore arancione si nasconde dietro una modifica ben precisa. I ricercatori in biologia molecolare hanno puntato i riflettori su un gene chiamato ARHGAP36, situato sul cromosoma X del gatto. Questa mutazione agisce sulle cellule che producono pigmenti, i melanociti, cambiandone l’attività. Nel dettaglio, fa aumentare la produzione di feomelanina, la sostanza che dà al pelo sfumature rosse e arancioni. Contemporaneamente, riduce quella di eumelanina, responsabile dei toni più scuri come nero e marrone. Il motivo della lucentezza e della particolare tonalità brillante del pelo arancione sta proprio qui. La cosa interessante? Il fenomeno si osserva in diverse razze, ma anche nei gatti randagi, sparsi un po’ ovunque. Non è quindi un vezzo di poche varietà. Ecco perché l’ambiente spesso non cambia questo tratto visibile. Chi lavora con gli animali sottolinea l’importanza dell’ereditarietà nel definire l’aspetto, un fatto che spesso sfugge.

La predominanza dei maschi arancioni e cosa significa

Una particolarità lampante riguarda il sesso di questi felini: i maschi sono decisamente più arancioni. Dietro c’è la questione dei cromosomi sessuali. I maschi possiedono un cromosoma X e uno Y. Se l’unico cromosoma X ha la mutazione per l’arancione, il colore spunta senza mezzi termini: niente secondo cromosoma che possa smorzarne l’effetto. Le femmine, invece, devono avere due cromosomi X con la mutazione per mostrare un mantello totalmente arancione, cosa rara. Se il gene è presente solo su un cromosoma, il pelo si presenta a macchie o mosaico, dando vita a quelle gatte calico o tartarugate ben note. Un quadro genetico che spiega perché, nelle case italiane o nei vicoli delle città, si vede più spesso un maschio arancione. Ecco un esempio concreto di come il sesso influisca sulle caratteristiche visive dei nostri animali domestici. Gli esperti di felini ribadiscono che questo legame tra cromosomi e colore è una realtà quotidiana, quasi invisibile, ma scientificamente solida. Chi osserva i gatti in città scopre così una spiegazione dietro un dettaglio che sembrava banale.

Il mantello arancione dei gatti: cause naturali e curiosità sul pelo rossiccio nei felini
Un gatto arancione con il suo caratteristico manto a strisce e macchie bianche fissa l’obiettivo pensieroso. – yazoofood.it

Una mutazione che dice molto sull’evoluzione

Non si parla solo del colore del pelo, ma anche di una finestra aperta sull’evoluzione stessa. Il gene mutato sul cromosoma X non si limita a essere un segno distintivo: racconta come, nel tempo, i geni abbiano saputo adattarsi, trasformandosi per rispondere all’ambiente. Se guardiamo alle specie vicine – cani, tigri o ghepardi per esempio – vediamo processi simili di selezione. Il risultato? Un percorso evolutivo condiviso. Curiosamente, questa mutazione potrebbe risalire a un passato molto remoto, forse agli albori della domesticazione, quando l’uomo ha cominciato a scegliere animali per certi colori. Insomma, il mantello arancione è forse anche frutto di gusti umani. Oggi si studiano DNA di animali mummificati e antiche testimonianze artistiche per capire se il rosso fosse noto già nell’Egitto antico o in culture lontane nel tempo. Questo rende l’incontro con un gatto arancione una piccola avventura tra biologia, cultura e storia. Molti, camminando nelle strade d’Italia, passano accanto a questi felini senza pensare che portino con sé una storia assai più ricca di quel che sembra.